Sul principio della continuità professionale ( esercizio continuativo della professione ), sulla scorta di un prezioso lavoro di una commisione appositamente costitutita, il comitato dei delegati della Cassa Forense ha deliberato di modificare i correttivi al principio della continuità professionale nel seguente modo:

1. Dal 01-01- 2013 sino al 31-12-2017, fermi restando per i precedenti periodi i criteri già fissati in passato, possiede il requisito dell’esercizio professionale forense effettivo, continuativo e prevalente, l’avvocato professionista che abbia dichiarato un reddito netto oppure un volume di afari derivanti dall’esercizio dell’attività professionale forense, non inferiori ad un livello annuo pari a € 10.300,00 di reddito professionale netto o 15.300,00 di volume di affari.
2. Gli avvocati sono esonerati, per il triennio iniziale di appartenenza all’Albo, dalla prova della continuità e prevalenza dell’esercizio della libera professione forense, devono però sempre fornire la prova di aver dichiarato per il terzo anno un qualsiasi volume di affari diverso da zero.
3. Nel quaro e quinto anno di iscrizione all’Albo e per i titolari di pensione di invalidità i limiti del punto 1 sono ridotti a  1/3. Nei successivi cinque anni di esercizio e dopo il compimento del sessantesimo anno di età, i suddetti limiti sono ridotti alla metà per tutti gli avvocati iscritti alla cassa.

Tutti gli esoneri sopra riportati sono riferiti alla sola ipotesi di prima iscrizione all’Albo.

Per la maternità la madre è è esonerata dalla prova dell’esercizio continuativo per due anni, computando, se richiesto, nche l’anno antecedente alla nascita del figlio, a condizione che la professionista fosse già in stato di gravidanza.